| « Ah si certo! Si.. be'.. nulla di incredibilmente stupendo. La tua? » la guardai incuriosito, chissà perchè sembrava avere la testa tra le nuvole, magari perchè non aveva la ben che minia voglia di stare li con me, di essere così..così gentile e affabile come al solito quando in realtà, forse, avrebbe voluto solo dormire. Non me la sentivo di sapere la verità però, così rimasi in silenzio, continuando ad osservare fintamente preso il menù. Noiosa risposi evitando accuramente di lanciarmi in dettagli disastrosi che avrebbero vinato la serata con una rapidità mozzafiato, e magari l'avrebbero anche messa di cattivo umore quindi no..non avrei detto nulla della mia pessima settimana, anche se avrei davvero voluto sapere cosa aveva reso la sua così spieacevole da farla apparire così triste. Non volevo che fosse triste, peccato che non potessi fare niente per evitarlo. Mi concentrai sul menù, perchè prim a o poi avrei dovuto scegliere. « Io prendo l'insalata con pomodori, olive nere condita con salsa di rape rosse e ricotta » ... « Il mercato dell'insalata deve essere disastroso! »..insalata?! io la portavo in uno dei posti più belli e costosi di londra e lei ordinava l'insalata, ovviamente. Come avevo fatto a non pensarci? Era pur sempre una donna, avrei dovuto portarla in un fienile per farla sentire a suo agio, con le pecorelle che mangiavano tanta erba, come loro. Ah...che persone complicate erano, ma no. Non avrei lasciato che mangiasse solo la sua semplice insalata, per nulla al mondo! Ne andava della mia reputazione da perfetto buongustaio quella scelta! La frase successiva mi lasciò alquanto perplesso...cosa le importava a lei dei prezzi? perchè alludeva chiaramente a quello, e io non potevo neanche dir nulla altrimenti sarei sembrato scortese. Magari aveva ordinato l'insalata perchè era la cosa meno costosa, e questo peggiorava la cosa, perchè mi sentivo davvero un vero stronzo. Forse a lei quei posti non piacevano e..neanche io li amavo in realtà. Però volevo che lei passasse una serata indimenticabile, e di solito quel posto aiutava. Speravo che in quel caso non avesse esattemene l'effeto contrario, altrimenti avrei dovuto fare di tutto per impegnarmi a rendere il dopocena migliore. L'avrei portata al parco giochi, per sederci sulle altalene e parlare. Mia moglie amava farlo, e loro sembravano così simili per certi versi, che la cosa mi faceva anche piuttosto male. Magari era per quello che non riuscivo a rinunciare ad Helena, mi ricordava Meredith. Ero così preso dai miei pensieri che mi ero dimenticato di risponderle, e la guardai solo quando attirò nuovamente la mia attenzione. « Vado un attimo alla toilette. Torno subito » sorrisi, annuendo. Ti aspetto qui! che risposta idiota! Perchè che avrei dovuto fare? seguirla? Sarei passato per uno stalker, ci avrei giurato, avevo dato davvero una pessima risposta. L'avrei rincorsa soltanto per dirle che la mia intenzione di certo non sarebbe stata quella di andare con lei, però nel farlo sarebbe sembrato l'esatto opposto quindi era meglio cercare di dimenticare l'accaduto concentrandomi sul menù. Ostriche..no, non mi andavano per niente, troppo viscide. Caviale? lo odiavo, e poi andava bene con lo champagne quello, con del vino rosso andava bene della carne, o qualcosa del genere comunque. Eccolo li! Il cocktail di gamberetti con salsa rosa, una tra le mie cose preferite. Vidi il cameriere avvicinarsi a noi, ma Helena non era ancora tornata, il che forse era meglio, così avrei avuto la libertà di ordinare per lei senza che badasse a spese o cose varie, quindi si, avrei ordinato per noi due le stesse cose, quindi mi sarei dovuto limitare anche io. Ma per lei avrei fatto quello e altro. Vuole ordinare, Mr? annuii, chiudendo il menù e concentrandomi sulla mia memoria di ferro per elencare il tutto al cameriere. Allora, un'insalata con pomodori, olive nere condita con salsa di rape rosse e ricotta, due cocktail di gamberetti in salsa rosa, due piatti della casa, quelli con i funghi, e per il momento basta così, grazie. dissi sorridendo, porgendo nuovamente il menù al suo proprietario, prima di concentrarsi sulla sedia vuota che avevo di fronte. In effetti era davvero triste essere seduti da soli al tavolino di un ristorante, sopratutto perchè avevo il cervello pieno da tutte le chiacchiere inutili che mi circondavano e che ahimè sentivo troppo bene. Finalmente notai Helena uscire dal bagno, ma anzichè tornare da me, sembrò buttarsi addosso ad un povero cameriere che trasportava dei piatti. Vidi la scena lentamente, ma li non potevo scattare e buttare tutto all'aria per salvarla, non..non potevo farlo. Feci per alzarmi ma poi mi resi conto che forse si sarebbe sentita in imbarazzo, così me ne restai immobile, notando che l'uomo le medicava un piccolo taglio che si era fatta sul braccio, poco sopra il polso, per fortuna. Altrimenti non sarebbe stato così facile fermare il sangue che continuava a fuoriuscire dalla ferita. Finalmente lei ritornò al tavolo e io la guardai con un ghigno. « Progettavo la mia fuga, scusa. » risi appena, divertito. Ottima scusa, quella! Un pò rumorosa, dovresti perfezionarti! sogghignai, facendole l'occhiolino prima di posare lo sguardo sul suo polso. Le presi il braccio allungandolo verso di me, prima di posare le labbra sui cerotti che isolavano la ferita. Si, mi sono permesso di ordinare anche per te. Stai bene? chiesi continuando a restare in quella posizione, leggermente piegato sul suo braccio. Amavo il profumo della sua pelle, il suo calore.
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